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sabato 8 agosto 2015

Farmaci Omeopatici


L' omeopatia (dal greco òmoios, "simile", e pàthos, "malattia") cura il simile con il simile: in pratica, per favorire la naturale capacità di autoguarigione dell'organismo somministra, a dosi molto diluite, sostanze ricavate da piante, minerali ed estratti animali che in un soggetto sano e a dosi normali producono gli stessi effetti della malattia. Questo per stimolare il sistema immunitario a rispondere all'attacco della malattia o del disturbo in corso. Al contrario, nell'allopatia, ovvero nei farmaci di sintesi (dal greco àllos, "diverso", e pàthos) si utilizzano sostanze che nel soggetto malato mirano a produrre effetti opposti del sintomo e della malattia.


Su quali principi si basa l'omeopatia?

autoguarigione

Il nostro organismo ha già in sé tutte le risorse per guarire. L' omeopatiacerca di favorire questa naturale risposta di autoguarigione.

Il principio di similitudine 

Secondo l' omeopatia, per facilitare o stimolare questa capacità di autoguarigione, occorre somministrare le stesse sostanze che hanno provocato i disturbi. La scelta del rimedio omeopatico, quindi, avviene per analogia.

L' omeopatia (dal greco òmoios, "simile", e pàthos, "malattia") cura il simile con il simile: in pratica, per favorire la naturale capacità di autoguarigione dell'organismo somministra, a dosi molto diluite, sostanze ricavate da piante, minerali ed estratti animali che in un soggetto sano e a dosi normali producono gli stessi effetti della malattia. Questo per stimolare il sistema immunitario a rispondere all'attacco della malattia o del disturbo in corso. Al contrario, nell'allopatia, ovvero nei farmaci di sintesi (dal greco àllos, "diverso", e pàthos) si utilizzano sostanze che nel soggetto malato mirano a produrre effetti opposti del sintomo e della malattia.

Su quali principi si basa l'omeopatia

La capacità di autoguarigione

Il nostro organismo ha già in sé tutte le risorse per guarire. L' omeopatiacerca di favorire questa naturale risposta di autoguarigione.

Il principio di similitudine 

Secondo l' omeopatia, per facilitare o stimolare questa capacità di autoguarigione, occorre somministrare le stesse sostanze che hanno provocato i disturbi. La scelta del rimedio omeopatico, quindi, avviene per analogia.

La diluizione infinitesimale 

Più la sostanza è diluita, più agisce in profondità nell'organismo. Le sostanze omeopatiche vengono quindi diluite numerose volte, riducendo così i rischi di effetti tossici, ma mantenendo comunque la capacità di stimolare la risposta di autoguarigione.

La dinamizzazione 

Dopo ogni diluizione, il flacone con il rimedio omeopatico viene agitato vigorosamente per creare nuovi legami tra le molecole d'acqua della soluzione e la sostanza originale del rimedio.

Le caratteristiche: sono meno tossici e vengono prescritti "su misura"

Perché optare per un trattamento di tipo omeopatico piuttosto che per uno convenzionale? Per stimolare l'organismo ad autoguarirsi, evitando una serie di effetti collaterali grazie anche a rimedi su misura. In pratica, l' omeopatia

- Favorisce l'autoguarigione: L'obiettivo del rimedio omeopatico non è sopprimere il sintomo di per sé e basta, ma favorire la naturale capacità di guarigione dell'organismo.

    - Evita effetti dannosi: Il meccanismo d'azione dell' omeopatia non segue le logiche della chimica, con tutte le conseguenze positive che ne derivano tra cui:

      - assenza di effetti tossici (la probabilità di trovare anche una sola molecola della sostanza iniziale è praticamente nulla);

      - nessun problema in caso di sovradosaggio o ingestione accidentale;

      - effetti collaterali praticamente inesistenti

      - fegato e reni non vengono sovraccaricati di tossine chimiche;

      - in linea di massima, non vi è alcuna interazione con altri trattamenti (farmacologici e non) anche se, qualora vi siano terapie in corso, è sempre meglio avvisare l'omeopata;

      - possibilità di somministrare i rimedi omeopatici anche ai bambini e ai neonati.

      - Privilegia l'individuo: La scelta del rimedio è individualizzata: persone che presentano sintomi identici ricevono in genere due trattamenti omeopatici diversi, in base alle loro caratteristiche individuali (il cosiddetto "terreno"). Invece per la farmacologia ufficiale, gli individui sono tutti uguali: un bambino con la febbre può ricevere lo stesso tipo di farmaco di un novantenne col mal di schiena.

        Come leggere l'etichetta: cosa rivelano cifre e lettere

        Dopo il nome della sostanza medicinale, sulla confezione del rimedio compaiono alcune sigle composte da una cifra e da una o più lettere. La cifra indica il numero di diluizioni cui è stata sottoposta la sostanza iniziale (7, 9, 15, 30, ecc.). Le lettere denotano il metodo utilizzato: CH (diluizione centesimale secondo il metodo di Hahnemann), DH (diluizione decimale secondo il metodo di Hahnemann), K (diluizione secondo il metodo di Korsakov), LM o 50M (diluizione cinquanta millesimale).

        Per esempio: "Ledum palustre 7 CH", significa che la sostanza iniziale (il rosmarino selvatico triturato e polverizzato) è stata sottoposta a 7 diluizioni secondo il metodo originario di Hahnemann.

        Quali tipi di rimedi omeopatici esistono?

        Granuli

        Sono piccole sfere di lattosio, impregnate della sostanza medicinale omeopatica diluita (solitamente a diluizioni medio-basse) e contenute in un tubo. Sono adatti per essere assunti più volte al giorno (per es., 5 granuli 3 volte al giorno).

        Globuli 

        Sono simili ai granuli, ma sono molto più piccoli. Il contenuto di un tubo (solitamente 200 globuli e a diluizioni molto alte) viene assunto in un'unica dose (per esempio, un tubo da 200 globuli una volta alla settimana).

        Gocce

        Le gocce, solitamente realizzate con una soluzione alcolica, sono la forma più utilizzata per somministrare rimedi omeopatici a diluizioni molto basse, come nel caso della gemmoterapia.

        La scelta del rimedio: i due elementi da considerare

        La scelta e la prescrizione di un rimedio omeopatico sono individualizzate e devono tenere conto soprattutto di due elementi: 

        - L'individuo: Le caratteristiche costituzionali dell'individuo (il cosiddetto "terreno sensibile").

          - Il tipo di disturbo: Le caratteristiche del disturbo in atto o che si vuole prevenire, tenendo conto per esempio dei fattori che ne determinano il peggioramento e il miglioramento (come freddo/caldo, movimento/riposo ecc.).

            Idealmente, quando si utilizza un rimedio omeopatico per la prima volta, la scelta dovrebbe avvenire dopo un colloquio approfondito con un esperto. Tuttavia, una volta individuata la propria costituzione (e quindi i rimedi costituzionali appropriati) si potrà procedere più facilmente alla scelta dei rimedi a seconda dei sintomi presentati.


            Consulta il medico se...

            La medicina omeopatica si presta anche al fai-da-te, a patto però di rivolgersi a un omeopata esperto in queste due circostanze: 

            - Per iniziare: Quando si usa l' omeopatia per la prima volta è bene rivolgersi a un esperto in modo da individuare correttamente il terreno e procedere con criterio alla scelta del rimedio e alla personalizzazione della diluizione e della dose.

              - In caso di aggravamento: Il consulto con uno specialista è auspicabile anche durante l'assunzione, in caso di aggravamento omeopatico che non si risolve nell'arco di 2-3 giorni.

                Si può consigliare a un'altra persona il rimedio omeopatico che si sta assumendo? In linea di massima no. Come abbiamo visto, a differenza dei farmaci, le cure omeopatiche sono scelte in base alle caratteristiche personali e individuali, non solo in base al tipo di sintomo o di disturbo presentato.

                Istruzioni per l'uso: le quattro regole da rispettare 

                rimedi omeopatici non sono complicati da assumere, ma rispetto a quelli tradizionali prevedono alcune differenze sostanziali. Ecco in particolare che cosa fare per ottenere i migliori risultati dalla terapia. 

                - Assumi i rimedi fin dai primi sintomi: La somministrazione dovrebbe avvenire il prima possibile.

                  - Più spesso nella fase acuta: La frequenza delle somministrazioni dipende dalla gravità del disturbo: per esempio, 3-4 volte al giorno in fase acuta, ma anche più frequentemente laddove indicato, per poi ridurre gradualmente fino alla sospensione.

                      - Sempre sotto la lingua: I granuli e i globuli devono essere disciolti sotto la lingua, poiché a questo livello il rimedio viene assorbito meglio dalla ricca rete di capillari venosi. 

                      - Non ingerirli subito: I rimedi in forma liquida (sciroppi, gocce ecc.) dovrebbero essere trattenuti sotto la lingua per almeno un minuto prima di essere ingeriti.

                        Piccole attenzioni per non vanificare la terapia

                        Alcune sostanze e aromi possono interferire con l'efficacia dei rimedi omeopatici. Per questo, durante il trattamento è importante fare attenzione alle combinazioni con cibo, alcol, fumo ecc. 

                        - Un'adeguata igiene orale: È essenziale l'igiene orale, evitando però di lavarsi i denti mezz'ora prima e mezz'ora dopo l'assunzione del rimedio e con i dentifrici aromatizzati, in particolare quelli alla menta; preferisci i dentifrici omeopatici.

                          - Lontano dai pasti: L'assunzione del rimedio omeopatico dovrebbe avvenire a digiuno o per lo meno lontano dai pasti (almeno 30 minuti prima o 2 ore dopo un pasto).

                            - Lontano dalle sigarette: Evita di fumare almeno un'ora prima e un'ora dopo l'assunzione del rimedio.

                              - Stop a caffè, alcol e spezie: Durante una cura omeopatica, è bene evitare di prendere caffè e alcolici e di mangiare cibi o bere bevande speziati.

                                - No ai cosmetici troppo aromatici: Riduci in generale l'uso di prodotti cosmetici con aromi molto intensi (come certi saponi, creme, lozioni ecc.).

                                    Diluizioni e dosi 

                                    Diluizione e dose del rimedio omeopatico vengono adattate tenendo conto di vari fattori, tra cui soprattutto il grado di somiglianza o corrispondenza tra i disturbi presentati e gli effetti della sostanza omeopatica: maggiore è la similitudine, maggiore deve essere la diluizione da utilizzare.

                                    Le diluizioni più utilizzate sono:

                                    - 4 o 5 CH (diluizioni basse);

                                    - l 7 o 9 CH (diluizioni medie);

                                    - l 15 o 30 CH (diluizioni alte).

                                    Nata grazie al dr Hanemann medico tedesco vissuto tra il 18 ed il 19 secolo, l'omeopatia si basa sul criterio di similitudine cioè curare una malattia con un rimedio che nella persona sana genera gli stessi sintomi.

                                    Un esempio: quando pelate una cipolla lacrimano gli occhi e cola il naso, bene la cipolla in omeopatia Allium Cepa, servira' per curare tutte le malattie che avranno questi sintomi, per esempio quel raffreddore con naso colante ma non quello con naso tappato.

                                    Le sostanze molto spesso veleni, se usate in dosi ponderali, vengono diluite per fargli perdere ogni effetto tossico; vengono agitate in termine tecnico "dinamizzate " e con questo acquistano potere terapeutico.

                                    I mancati rischi dell' omeopatia sono legati al fatto che oltre alla diluizione 12 ch non sia presente materia chimica e che quindi se un bimbo ingerisse un tubo intero di granuli ,cosa a ovviamente già successa nella famiglia dei farmacisti, non avrebbe gli effetti collaterali dati da un pari quantitativo di farmaco.

                                    Regole e modalità del farmaco omeopatico

                                    Come, in quali dosi e modalità assumere i farmaci omeopatici, una serie di regole da tenere sottocchio per non sbagliare

                                    1) Sciogliere in bocca, sotto la lingua, granuli e globuli omeopatici. I granuli e globuli devono essere lasciati cadere in bocca, sotto la lingua. Non devono essere deglutiti, ma lasciati sciogliere in bocca. La forma di assorbimento sublinguale assicura la migliore diffusione del medicinale omeopatico nell’organismo. Tuttavia in caso di impossibilità, come nel lattante, si può somministrare il preparato omeopatico sciolto in acqua o nel latte, senza che ne venga meno l’efficacia.

                                    2) Evitare il contatto dei granuli con le dita. I granuli e i globuli non devono essere toccati con le dita, ma versati nell’apposito tappo contenitore e lasciati cadere in bocca, sotto la lingua, per non modificare la configurazione molecolare particolare, responsabile dell’attività del medicinale. Per i bambini piccoli si può provvedere a sciogliere i granuli o monodose in un po’ d’acqua minerale naturale, facendola poi assumere a piccoli sorsi. Per il lattante è opportuno scegliere i granuli in un cucchiaio di acqua minerale naturale o la monodose in un mezzo bicchiere d’acqua. Quando un medicinale deve essere assunto durante il corso della giornata, è utile sciogliere 20 granuli in 100 ml. di acqua minerale naturale e far assumere alcuni sorsi d’acqua ogni ora od ogni 2 ore, secondo indicazioni.

                                    3) Rispettare le medesime regole di somministrazione per granuli e globuli.

                                    4) Evitare di assumere menta, canfora, sostanze volatili e aromatiche. Queste sostanze possono interferire con l’assorbimento o con l’attività dei rimedi omeopatici. In particolare va evitato l’uso di dentifrici a base di menta.

                                    5) Assumere i medicinali lontano dai pasti, rispettando la posologia consigliata. Il medicinale omeopatico va assunto almeno un’ora dopo il pasto e mezz’ora prima del pasto. Il numero di granuli da assumere è uguale per tutte le età dell’uomo. L’esperienza ha evidenziato che 3-5 granuli rappresentano la posologia più appropriata. In generale, nelle forme acute il rimedio va assunto più volte al giorno, mentre nelle forme croniche la somministrazione avviene a intervalli più lunghi (settimanali, quindicinali, mensili) e per un lungo periodo.

                                    6) Richiedere direttamente al farmacista o al medico eventuali informazioni sul medicinale omeopatico. In omeopatia il medicinale non cura la malattia ma un insieme di sintomi che possono corrispondere a numerose malattie e a un numero limitato di pazienti.

                                    7) Conservare il tubetto dei granuli o dei globuli fino alla scadenza indicata in un luogo pulito e sciutto, al riparo da eventuali eccessi termici.

                                    8) Limitare l’uso di alcolici, tabacco e stimolanti in corso di trattamento.

                                    9) Informare il medico di eventuali aggravamenti marcati e prolungati dopo l’assunzione del medicinale omeopatico. Tale aggravamento omeopatico ha un significato favorevole, purchè sia limitato nel tempo e non comporti rischi per il paziente.

                                    10) Non allarmarsi per l’ingestione accidentale di una dose superiore a quella consigliata. Il medicinale agisce come uno stimolo specifico sull’organismo, adatto al singolo individuo e alla sua patologia, esso agisce esclusivamente su quella persona e sulla sua affezione. Pertanto l’assunzione di un preparato omeopatico non indicato non induce alcun effetto terapeutico o tossico anche perché i medicinali omeopatici sono di per se stessi privi di tossicità.

                                    a cura di Sonia Tarantola Tratto dal libro: Bruno Brigo, Omeopatia per tutti i giorni, tecniche nuove

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